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Da notare anche che la parola "inesistente", che abbiamo qui sopra intesa come riferita alla donna e al suo volteggiare, può essere, in maniera assai più immediata, riferita al protagonista, che prova un senso improvviso di abbandono e d'insicurezza quando la compagna di ballo gli lascia la mano che forse diventa poi addirittura di annullamento quando lei risplende nella sua piroetta: in quell'attimo lei è in un certo senso di tutti e non più sua.

Quest'intenzionale apertura ad una molteplicità interpretativa è, di fatto, abbastanza usuale nei versi di Conte. Chiave del refrain e titolo della canzone, "dancing" non è solamente il verbo inglese, ma anche il sostantivo italiano. Al significato originario si somma quello derivato dal contesto italiano, un aspetto tipico dell'utilizzo frequente da parte del cantautore di parole o espressioni straniere.

3.1.4 Impianto formale

Con il procedere del brano, la musica si intensifica e questo permette un corrispondente innalzamento della densità delle immagini e della loro forza espressiva, ma qualcosa di analogo avviene anche nell'impianto formale dei versi: "I ballerini che lo fanno/ un po' per professione,/ un po' per vera vocazione,/ hanno un passo da ossessione/ e sanno bene che l'azzardo/ è lieve come il leopardo..."
Un improvviso ed esageratamente reiterato uso di suoni in distico ("un po'... un po', e... e... e, professione…vocazione...ossessione, azzardo...leopardo, figure...sfumature"), sottolinea l'ossessione dei danzatori e l'impulso cui obbediscono, così come l'uso delle corrispondenze ritmiche: "professiòne, vocaziòne, ossessiòne" e "sànno bène che l'azzàrdo/ liève còme il leopàrdo".

3.1.5 Usi dell'iperbole

A questo punto il protagonista sembra perdere la concentrazione e gradualmente anche il contatto con la danza, restando tuttavia ancora preso dall'azione benché la sua testa sia altrove. Ci spiega che, se nel suo danzare sono stati notati "un'inquietudine, e un grande inchino", è perché era prossimo a una "città lontana, tutta di madreperla, argento, vento, ferro e fuoco".
Come all'inizio della canzone, troviamo un ricorso a proiezioni e amplificazioni della fantasia; in questo caso l'effetto è espressionistico, mentre per il danzatore inquieto la danza, irresistibile, ma insostenibile, è diventata una serie di grandi inchini, così accentuati da raggiungere il lontano luogo di una antica e primordiale natura.

Questo tipo d'iperbole è certamente qualcosa in cui c'imbattiamo, di volta in volta, nel repertorio del compositore (la canzone L'avance, vista nel precedente articolo ne fornisce alcuni altri esempi), ma è generalmente usato solo in particolari occasioni, come fosse una sorta d'arma segreta, perciò mai troppo vicino a qualcosa d'analogo e solo laddove non sia ritenuta troppo "forte" rispetto al contesto musicale.

 

 

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